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56 rmo novembre/dicembre 2021 Configurare il processo ibrido. Nella combinazione in moda- lità ibrida, quelli che sono i vantaggi della tecnologia additiva - complessità delle parti, ottimizzazione e riduzione di pesi e materiali - diventano però altrettanti problemi per le lavorazioni CNC. “Diventa infatti difficile fissare e bloccare i componenti, così come definire l’orientamento del pezzo e i percorsi utensile - spiega Atzeni -. La riduzione di peso e rigidità può inoltre por- tare a un aumento delle vibrazioni e a cambiamenti nei carichi specifici solitamente applicati nelle lavorazioni. Oltre natural- mente alla difficoltà di raggiungere tutti i punti delle intricate geometrie con gli utensili da taglio”. Sulle molteplici difficoltà poste dalla combinazione di processi additivi e macchine CNC concorda Florian Feucht di DMG Mori, in base alle numerose applicazioni sviluppate dall’azienda su specifiche richieste di clienti. “La nostra esperienza riguarda soprattutto processi SLM (Selective laser melting) - spiega Feucht -, ma anche le meto- dologie additive DED (Direct energy deposition) e PBF (Powder bed fusion) possono trarre grande vantaggio dalle lavorazioni ibride. Il compito di combinare queste metodologie con mac- chine CNC e con la finitura è arduo, in quanto tra i diversi step insorgono problematiche che richiedono una molteplicità di competenze e figure diverse per essere affrontate”. Problemi che l’azienda ha dovuto ad esempio fronteggiare quando un cliente, nel commissionare un componente porta ruota da pro- dursi in additivo, ha richiesto se fosse possibile avere tolleranze a forma libera entro un range di 0,2 mm. Ci sono volute due settimane per rispondere, con un processo reiterato di calcoli e l’interazione di una molteplicità di esperti, tra preparazione del job additivo, simulazione del processo, analisi microstrutturale del materiale, capire come bilanciare la deformazione termica connessa al processo additivo, capacità di gestire la macchina SLM e conoscenze di un operatore CAM e CNC per bloccare e lavorare correttamente il pezzo. “Se si configura nel modo giu- sto la catena di processo, pensando alle funzionalità e non alle restrizioni, si ottengono benefici che definirei ‘folli’ - afferma Feucht -. Non c’è però un’unica risposta su come farlo per ogni caso. In DMGMori abbiamo pertanto creato DMGMori Additive Intelligence, un team di nostri specialisti pronti a supportare le aziende nel configurare la catena di processo più vantaggiosa per le loro singole applicazioni, sia che si tratti di DED o SLM”. Sorgenti laser multiple. Un grande contributo per sciogliere le limitazioni della tecnologia additiva possono venire dagli sviluppi in meccatronica e fotonica. Qui lavora Prima Additive, divisione del Gruppo Prima Industrie nata nel 2018 e dedicata all’additivo. “Lavoriamo per migliorare la tecnologia introdu- cendo nuove sorgenti laser e nuove funzionalità sulle macchine, che possano risolvere problemi relativi, ad esempio, a deforma- zione e proprietà dei materiali”, spiega Paolo Calefati di Prima Additive. L’azienda ha presentato a Formnext 2021 la Print Genius 150 Double Wavelength, macchina per lavorazioni PBF equipaggiata con due fonti laser, un laser IR e un laser verde, che consente di selezionare quello più adatto al tipo di mate- riale da lavorare. Rispetto all’IR, il laser verde assicura infatti un FOCUS ADDITIVE MANUFACTURING

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